Parlare con una persona obesa
Buonasera,
C'è un modo di fare capire ad una persona che lo stile di vita sotto il punto di vista dell'alimentazione e del movimento, é scorretto senza ferirla?
Questa persona ha un disturbo metabolico dovuto alla sindrome dell'ovaio policistico, é obesa ma non ha nessuna intenzione di correggere le abitudini alimentari seguendo i consigli degli esperti. Ingerisce molti zuccheri, dolci, bibite zuccherate, cioccolato, sembra senza consapevolezza. A quali rischi va incontro? E come mai si comporta così?
12 Risposte dai professionisti NutriDoc
Buongiorno Paolo, in questi casi bisognerebbe lavorare più sull'aspetto psicologico della persona, capire perché rifiuta ogni tipo di suggerimento finalizzato a migliorare lo stato di salute. Credo che la figura dello psicoterapeuta in questi casi sia importante per analizzare gli aspetti incosci e fare arrivare la persona alla piena consapevolezza del disturbo alimentare. Solo così potrà modificare le sue abitudini alimentari.
Gentile Paolo, ritengo che sia fondamentale non solo un supporto nutrizionale ma soprattutto psicologico. Senza uno psicologo che possa valutare le motivazioni che spingono la signora a non accettare le indicazioni suggerite e senza il supporto di tale professionista sarà difficile auspicare ad un cambiamento radicale dello stile di vita. Consiglio un intervento multidisciplinare. Saluti.
Buongiorno Paolo, rendersi consapevoli della situazione non è facile per tutti e non è nemmeno così scontato. Come già consigliato dalle mie colleghe lo psicologo può essere un valido aiuto. Ma potresti anche consigliarle di iscrivervi in palestra insieme . Potrebbe essere più invogliata. Saluti
Buongiorno, purtroppo la condizione da lei descritta è effettivamente preoccupante, e continuando cosi questa persona potrebbe mettersi in una condizione da cui è difficile uscire. In questi casi è consigliabile proporre, utilizzando i toni e le parole giuste, delle sedute di psicoterapia, nelle quali lo psicoterapeuta potrà comprendere le cause di questo comportamento ed eventualmente trovare una soluzione. Saluti, NF.
Buongiorno, come già detto in questo caso è fondamentale, prima ancora dell'approccio nutrizionale, l'approccio psicologico. Questo atteggiamento nasconde un grande disagio che va affrontato come prima cosa. È molto importante anche l'atteggiamento di amici e famigliari, bisogna evitare di rimarcare continuamente i difetti della persona e pian piano coinvolgerla in qualche attività che le consenta di muoversi un po' senza affaticarla e senza forzarla. Lo stress, il sentirsi sempre osservati e giudicati peggiora la situazione. Saluti
Buongiorno, come già citato dai colleghi, è fondamentale rivolgersi anche ad un professionista che curi l'aspetto psicologico, non solo quello nutrizionale. Il lavoro in team svolto da nutrizionisti e psicologi aiuterà il paziente a ritrovare la motivazione e la determinazione per cambiare il suo stile di vita. Il lavoro del nutrizionista spesso non è sufficiente in questi casi, poichè il paziente difficilmente seguirà ì il piano alimentare o i consigli nutrizionali forniti dal professionista. Il tutto deve essere svolto con molta delicatezza, permettendo al paziente di elaborare la sua situazione e di voler migliorare la sua condizione psicofisica. Un caro saluto Dott.ssa Nicole Labaguer
Buongiorno come già ribadito sono importanti due aspetti: aspetto nutrizionale, psicologico e poi lavorare molto sull'autostima della persona cercando di far cambiare le abitudini nutrizionali sbagliate e prospettare un piano dietetico personalizzato seguendo i gusti della paziente entrando in empatia ...il resto viene da sè...ho molti pazienti diffidenti , di diete fatte e rifatte in tutti i modi ma poi quando riesco a portarli dalla mano e far capire loro i problemi e iniziano un percorso nutrizionale la situazione poi cambia saziando sia la mente che il fisico. Altro tassello in genere dolente sono idratazione e sport di qualsiasi genere pur di non fare una vita sedentaria e infine i danni fisici a cui vanno incontro.Saluti Dott.ssa MARIA MASSIMILLA
Buongiorno, come già detto dai colleghi la questione va affrontata dapprima dal punto di vista psicologico, indagando gli aspetti più profondi del comportamento di questa persona. Cosa può fare lei? Accostarsi all'argomento senza forzature e senza voler imporre la propria visione, senza far sentire l'altro sbagliato. Importante puntare sull'autostima e sul volersi bene, dando per primi l'esempio. Può essere senz'altro utile spigare gli eventuali rischi a cui la persona va incontro, senza mai fare terrorismo psicologico ma facendo capire che c'è sempre margine di miglioramento. Saranno però fondamentali le figure dello psicoterapeuta e del nutrizionista, con supervisione del medico di base per tenere monitorato lo stato di salute. Si ricordi però che lei "può" fino a un certo punto, non si faccia prendere dalla frustrazione se non riesce nel suo intento. Le sue intenzioni sono più che nobili, ma l'ultima decisione sta sempre al diretto interessato. Dott.ssa Elena Fumagalli
Buonasera Paolo, guardi la sua domanda è molto coraggiosa perchè nessuno di noi pensa mai a come viene visto dagli occhi dell'altro quando invece dovrebbe essere la prima cosa a cui pensare. Non tanto per una mera impressione estetica, perchè se ci si vuol bene lo si fa in ogni modo e in ogni forma possibile. Quando ci sono le belle giornate approfitti per fare qualche passeggiata e approfitti per far valutare il benessere che genera una semplice camminata. Provi magari a indicarle che se questa persona ''consuma tanto'' deve anche muoversi tanto. Questa è la prima cosa che può fare, poi in merito ad altri problemi non possiamo addossarli 100% al cibo ma anche alla genetica e intendo anche al profilo ormonale di questa persona, a cui consiglierei una visita da un endocrinologo e da uno psicologo, magari queste figurate consigliate dal proprio medico di famiglia, potrebbero convincere di più questa persona a fare un passo verso un più corretto stile di vita. Rimango a disposizione in merito a dei consigli nutrizionali. email:rosario.luponutrizionista@gmail.com Cell: 3773439898 Saluti. Dott. Rosario Lupo Saluti. Dott. Rosario Lupo
Buongiorno. Sicuramente la situazione da Lei esposta è molto delicata ed in casi come questo è sempre raccomandabile affrontare, insieme al percorso nutrizionale, anche un percorso di psicoterapia. I migliori risultati si ottengono con un approccio duplice, perchè il nutrizionista non sarà mai psicologo, e viceversa naturalmente. Solo così sarà possibile porre le basi per migliorare le proprie abitudini alimentari. La dieta, per quanto sia personalizzata sulle abitudini del paziente, è comunque un impegno e se non c'è alla base la giusta motivazione, si rischia di fare fatica a seguirla. In bocca al lupo! Dott.ssa Ghignotti
Eccessivo consumo di zuccheri può determinare nel tempo la comparsa di un quadro chiamato sindrome metabolica , in cui si ha iperglicemia ( sopra 120 mg/dl) aumento dei trigligeridi , riduzione hdl , aumento circonferenza vita oltre 88 , ipertensione. In questo caso l’eccessivo rilascio dell’insulina porta ad un dowregulation dei recettori insulinici a livello periferico muscolo, tessuto adiposo Che riduce l’espressione dei recettori del glucosio , aumentando i livelli ematici, inoltre lo stesso effetto si ha sui recettori ipotalamici che non sentivo l’insulina derminando iperfagia , inoltre avendo l’ovaio policistico anche questo puo portare insulinoresistenza , il ginecologo avrà prescritto la metformina o altro come l’inositolo . Che svolgono un azione importante nella PCOS. Sill discorso alimentare potrebbe esserci un disagio psicologico di base da indagare che la porta a scaricare sul consumo di cibo dolce pur sapendo che fa male, ciò la porta ad una gratificazione positiva a livello psicologico, ma negativa in quando compromette lo stato di salute .
Buongiorno Paolo, mi sembra una questione molto delicata e complessa al tempo stesso. L'aspetto nutrizionale tocca delle questioni che spesso vanno al di là dell' ambito della salute e altrettanto frequentemente "l'essere in salute" non è una molla sufficiente a far scattare qualcosa. Quello che noi possiamo fare in queste situazioni è metterci in ascolto e magari cogliere quella parola detta in un preciso momento che potrebbe aprire ad un percorso "di cura". Al di là poi di tutto questo preambolo, come giustamente hanno suggerito i colleghi, sarebbe necessario non trattare solo il discorso nutrizionale ma anche quello psicologico, ma come già sottolineato, non è così immediato.