Chi soffre di ipertensione sa bene che l’alimentazione è una delle principali cause di questo disturbo. È stato dimostrato, infatti, che una dieta squilibrata e uno stile di vita poco sano giocano un ruolo importante nel controllo della pressione sanguigna.
Adottare un regime alimentare equilibrato e vario, quindi, è generalmente la soluzione più efficace per evitare rischi. Eppure, non tutti sanno che esistono alcuni alimenti, all’apparenza innocui, che possono rivelarsi pericolosi per chi combatte ogni giorno con la pressione alta.
È il caso della liquirizia, una radice appartenente alla famiglia delle Fabaceae. Benché sia molto amata da grandi e piccini e disponibile per uso alimentare in diverse forme, è bene sapere che liquirizia e pressione hanno un legame molto particolare.
La liquirizia infatti vanta non solo diverse proprietà benefiche ma anche qualche controindicazione.
Se, da un lato, sembra essere una valida soluzione in caso di problemi digestivi o per combattere malanni stagionali, come tosse e mal di gola, dall’altro non si possono sottovalutare gli effetti negativi della liquirizia sulla pressione arteriosa. È stato dimostrato, infatti, che un consumo eccessivo di questo alimento abbia come risultato quello di alzare la pressione, il ché fa sì che il consumo di liquirizia sia tutt’altro che un problema per chi soffre di pressione bassa ma diventa decisamente rischioso per i soggetti ipertesi.
Ma in che modo la liquirizia alza la pressione? Vediamo cosa succede all’interno dell’organismo quando viene assunta con regolarità.
Gli effetti della liquirizia sulla pressione
Stando ai diversi studi condotti riguardo il rapporto tra liquirizia e pressione alta, sembrerebbe che la causa di questo effetto collaterale sia da attribuire al potere dolcificante della liquirizia e, in particolare, della glicirrizina, il principio attivo che conferisce il caratteristico sapore e che risulta essere persino 50 volte più dolce dello zucchero.
Questo glicoside impedisce a un enzima (il 11-B-idrossisteroidi-deidrogenasi) di metabolizzare adeguatamente gli ormoni aldosterone e cortisolo. L’inattività di questo enzima fa sì che tali ormoni aumentino la propria attività, conducendo a un incremento della ritenzione di sodio e, di conseguenza, alla perdita di potassio. Tutto ciò si ripercuote negativamente sui reni, portando a un aumento della pressione arteriosa.
Sebbene l’effetto della liquirizia sulla pressione fosse noto da tempo, solo di recente però si è venuti a conoscenza di quanto possa influire effettivamente su di essa. Si è scoperto, infatti, che basta assumere appena 40-50 grammi giornalieri di liquirizia, per un periodo superiore a 15 giorni, per poter già riscontrare un aumento dei rischi per persone soggette a pressione alta.
Ciò ci conduce all’evidente conclusione che contro l’ipertensione non basta semplicemente abbandonare gli eccessi alimentari, ma è opportuno dare una svolta al proprio stile di vita e prestare particolare attenzione a tutti quegli alimenti che possono interferire con la patologia.
Come gestire la dieta in caso di ipertensione
Non solo la liquirizia, ma sono molti altri gli alimenti che chi soffre di pressione alta dovrebbe ridurre significativamente o eliminare dalla propria dieta. Questi sono generalmente quelli più ricchi di sale e grassi, ovvero tutti quei cibi che finiscono per affaticare i reni e compromettere la circolazione sanguigna.
In linea generale, quindi, i soggetti ipertesi dovrebbero limitare il consumo di alimenti con un alto contenuto di sodio, come affettati e formaggi, e il sale come condimento. Risulta essere fondamentale, inoltre, selezionare accuratamente i grassi che si introducono nella propria dieta, prediligendo quelli “buoni”, come l’olio d’oliva, il salmone e la frutta secca in piccole quantità.
Infine, è opportuno limitare più possibile cibi eccessivamente processati, ricchi di sale o zuccheri aggiunti, a favore di alimenti più genuini come frutta e verdura.