Non si sbaglia ad affermare che l’obesità sia una malattia del benessere, perché la maggior parte dei malati vive in nazioni con un PIL elevato. E’ però anche figlia di abitudini alimentari scorrette, più frequenti nella classe povera della società (per esempio, negli Stati Uniti la maggior parte degli obesi è di origini afroamericane).
Affrontare il patologico accumulo di peso dovuto all’obesità è una faccenda complessa e multidisciplinare: possono servire una dieta bilanciata, esercizio fisico, supporto psicologico e non di rado, la chirurgia.
Cos’è l’obesità
Si definisce obesità l’accumulo patologico di peso corporeo dovuto a tassi di grasso eccessivi. L’indicatore che viene usato per la diagnosi è l’IMC: un indice tra 30 e oltre 40 è chiarissimo sintomo della presenza della malattia.
L’obesità infantile
Non solo gli adulti soffrono di obesità. Si stima che nel nostro paese il 15% dei bambini tra i 6 e i 12 anni sia sovrappeso o obesa, con picchi fino al 26/27% di sovrappeso e 6/7% di obesità in alcune regioni del Sud Italia, dove educazione al movimento e all’alimentazione sono tematiche meno affrontate. Si definisce patologico il peso di un bambino che supera il 95esimo percentile dell’IMC.
Le cause
Contrariamente a quel che si può pensare, le cause dell’obesità sono moltissime. Certamente, la più diffusa è la carenza di igiene alimentare e di attività fisica, ma la condizione può originarsi anche da:
Problemi endocrini: le ghiandole non producono le sostanze che sciolgono i lipidi assunti, che dunque si depositano nel corpo
Alcuni farmaci, come gli antipsicotici e gli antidepressivi
Traumi emotivi, che inducono il malato a considerare il cibo un correttore della propria instabilità emotiva (è il caso di depressione, psicosi, stress post-traumatico)
Fattori educativi: un ambiente che promuove un’alimentazione sregolata e la carenza di attività fisica induce allo sviluppo della malattia
I sintomi
Il primo sintomo dell’obesità e dell’obesità infantile è l’aumento di peso, oltre i livelli di guardia espressi dalle tabelle dell’IMC. L’aumento di peso causa affaticabilità, fiato corto, difficoltà del movimento, dolori articolari, tachicardia, pressione elevata.
Nei casi gravi e gravissimi, mal trattati o trascurati e in cui è compresente dislipidemia o pressione alta, l’eccesso di pelle può innescare fenomeni infiammatori, sviluppo di infezioni funginee, infarti, ictus, trombi, aneurismi.
La diagnosi
La diagnosi dell'obesità non si basa solamente sulla verifica del peso e dell’IMC. Viene tenuto in considerazione anche il comportamento alimentare, che spesso il medico aiuta a comprendere con la redazione di un dettagliato diario.
Dopo la diagnosi è necessario accertare che la malattia non stia causando i suoi pericolosissimi effetti. In quel caso, la terapia non servirà solamente a ridurre il peso ma anche a controllare i loro sintomi e ad evitarne l’aggravamento.
La cura
Curare l’obesità è possibile, ma il percorso necessario è lungo e complesso, e coinvolge numerosi professionisti.
Anzitutto il dietologo, il nutrizionista o il dietista prescriverà una dieta personalizzata, rigorosa ed ipocalorica, che ridurrà l’apporto di cibo e migliorerà l’alimentazione. Sembra paradossale, ma molti pazienti obesi sono malnutriti, perché carenti di vitamine e minerali fondamentali per la salute.
Poi si dovrà affrontare un percorso di dimagrimento con lo sport. Le attività più consigliate sono quelle aerobiche: corsa, nuoto, bicicletta. Utilissimi anche i corsi in palestra e il sollevamento pesi, purché eseguiti con la supervisione di un professionista competente che assegni esercizi adeguati e verifichi il buono svolgimento delle routine.
Un professionista della psiche sarà fondamentale per comprendere l’importanza del nuovo stile di vita, ridurre lo stress per la propria condizione (che è spesso causa di bullismo e prese in giro, depressione, ansia, incuria della propria salute) e aiutare il paziente ad affrontare con motivazione il percorso.
Nei casi gravi e gravissimi che non reagiscono a sufficienza a queste modifiche dello stile di vita, a volte c'è la possibilità di intervenire con la chirurgia bariatrica. Questi interventi mirano a ridurre la capacità dello stomaco, dunque la quantità di cibo ingeribile.