Nel nostro paese, una persona ogni 100-150 soffre di celiachia, una malattia infiammatoria dell’intestino, che iper-reagisce ad alcune molecole prodotte dalla digestione del glutine. I sintomi sono simili a quelli di tutte le altre intolleranze, come quella al lattosio, e compaiono con l’inizio dello svezzamento dei neonati. In altri casi, quando i sintomi non sono intestinali, la diagnosi può avvenire più tardi, durante l’adolescenza.
Vediamo insieme quali sono le caratteristiche di questa malattia, e come si può imparare a conviverci in modo che la vita quotidiana non ne sia troppo inficiata.
Che cos’è il morbo celiaco
La celiachia è una infiammazione cronica delle pareti dell’intestino, che rispondono negativamente alla gliadina. La gliadina si forma nell’intestino quando vengono ingeriti cibi contenenti glutine, una molecola propria dei farinacei e del grano, nell’orzo e nella segale.
Se la celiachia non viene diagnosticata e la propria dieta non viene corretta di conseguenza, c’è il rischio che i villi intestinali (le sporgenze interne dell’epitelio) si appiattiscano e impediscano l’assorbimento di tutti gli altri nutrienti, come le vitamine. In questo caso è molto più difficile gestire lo stile di vita, dunque una diagnosi precoce è l’azione che più salvaguardia la qualità della vita di coloro che sono affetti da questo disturbo.
Le cause della celiachia
La celiachia ha cause prevalentemente genetiche. Non è un caso che in popolazioni asiatiche ed africane, il numero di malati sia molto più basso rispetto a quello presente nei caucasici.
Una leggera prevalenza dei malati è di sesso femminile: è possibile, sebbene non accertato, che gli ormoni abbiano un ruolo nello sviluppo della malattia.
Tra i fattori di rischio accertati ci sono invece:
Sindrome di Down
Malattia di Turner
Malattie della tiroide
Diabete di tipo 1
I sintomi della celiachia
La maggior parte dei sintomi del morbo celiaco riguardano l’intestino e l’apparato digerente.
Sono presenti nella maggioranza dei casi diarrea cronica, meteorismo, crampi, feci biancastre e dall’elevato contenuto di grassi.
I bambini con la sindrome non diagnosticata faticano a prendere peso e non aumentano di statura, perché l’assorbimento dei nutrienti è compromesso.
Se la diagnosi è tardiva, è possibile sviluppare sintomi da malassorbimento generale, come l’anemia, e scoprire la malattia in seguito a ricorrenti aborti spontanei.
In una ridotta percentuale di casi, i pazienti sono completamente asintomatici e scoprono di avere la patologia per caso durante altri controlli.
Come si diagnostica la celiachia
I test per diagnosticare la celiachia sono due:
Ricerca degli anticorpi, cioè le sostanze che il corpo produce quando reagisce ad una molecola (in questo caso, il glutine)
Biopsia intestinale tramite gastroscopia. Per l’invasività della procedura, si limita il suo impiego ad adolescenti ed adulti
Il medico non modificherà la dieta prima di avere eseguito i test: eliminando il glutine prima degli esiti il risultato sarebbe falsato (bastano infatti 4/6 settimane di alimentazione adeguata per osservare una notevole riduzione dei sintomi).
Gestire la celiachia con la dieta
La celiachia non è una malattia curabile: i sintomi vengono gestiti con un’attenzione scrupolosa all’alimentazione. In caso di sintomi specifici ed invalidanti, come il dolore addominale o la carenza di vitamine, possono temporaneamente essere usati farmaci sintomatici (antidolorifici, anti-spastici, integratori). Se la malattia non reagisce alla dieta, per quanto attenta, gli steroidi possono offrire un sollievo, anche se a costo di importanti effetti collaterali.
Un dietista istruirà la persona, anche se di giovane età, a conoscere i cibi che contengono glutine e dunque devono essere rigorosamente evitati.
Il glutine che innesca i sintomi del morbo celiaco è contenuto in grano, orzo e segale; alcuni pazienti reagiscono anche all’avena. Molti additivi alimentari, come addensanti e coloranti, possono contenere glutine.
Non contengono glutine la carne, il pesce, le verdure, la frutta, mais, miglio, riso, grano saraceno, quinoa e amaranto, eccellenti fonti di proteine e di carboidrati.
La reazione al glutine è solo di natura alimentare e richiede l’ingestione: non causano problemi l’uso di cosmetici, l’inalazione o il contatto con gli occhi.
Per via dell’elevato costo di molti prodotti alimentari sviluppati per celiaci e considerando che la malattia è riconosciuta come invalidante se non curata, sono disponibili buoni emessi per il loro acquisto da parte di malati con diagnosi accertate.