Strettamente legato alle funzionalità del potassio, il sodio è anch’esso uno dei minerali più importanti per l’organismo umano. È presente in quantità abbondanti (quasi 100 gr) nel sangue, nei liquidi extracellulari e nel tessuto osseo e si rivela fondamentale per la regolazione di diverse funzioni vitali, come quelle relative alla trasmissione degli impulsi nervosi.
Spesso demonizzato in quanto considerato la causa di alcuni disturbi, è il realtà il suo eccesso a risultare problematico. Come per tutti gli altri elementi, infatti, anche il sodio deve essere mantenuto a livelli normali nell’organismo per produrre benefici, introducendolo nelle opportune quantità attraverso una corretta alimentazione.
Vediamo allora a cosa serve il sodio nello specifico, quali sono i valori normali da rispettare per garantire il benessere e cosa succede nel caso in cui il livello di sodio sia troppo alto o basso nel sangue.
Sodio: a cosa serve e come agisce nell’organismo
Al pari di altri sali minerali, il sodio è indispensabile per la crescita dell’essere umano e per garantire la sua buona salute. È contenuto prevalentemente nei liquidi extracellulari, nel tessuto osseo e nella cartilagine e permette la trasmissione degli impulsi nervosi, la contrazione muscolare e l’assorbimento di nutrienti e liquidi da parte delle cellule.
In particolare, facilita la comunicazione tra le cellule durante l’impulso nervoso al movimento, garantendo la contrazione dei muscoli.
Il sodio è inoltre responsabile della permeabilità delle membrane cellulari e della pressione dei liquidi corporei, pertanto è implicato nella loro concentrazione all’interno dell’organismo. Non solo, la sua funzione si rivela importante anche per la pressione sanguigna e per la struttura di ossa, cartilagini e denti.
Infine, lavora in stretta correlazione con il potassio nei meccanismi di contrazione muscolare ed equilibrio idro-salino. L’uno è indispensabile per l’altro nel regolare funzionamento dell’organismo, pertanto un equilibrio tra questi due minerali è fondamentale.
La concentrazione di sodio nel sangue è garantita dai reni, che sono responsabili del suo assorbimento ed espulsione quando introdotto in quantità eccessive. Il fabbisogno quotidiano di sodio per un adulto corrisponde a circa 3,5 g, oltre questa soglia il minerale in eccesso viene eliminato dall’organismo attraverso le urine, le feci e il sudore.
Come si assume il sodio? Alimenti e indicazioni alimentari
Dal momento che l’organismo non è in grado di provvedere al metabolismo di questo elemento in autonomia, è indispensabile introdurre il sodio con l’alimentazione e i liquidi.
Partendo dal presupposto che si tratta di uno dei minerali presenti nell’acqua potabile, ciò suggerisce l’importanza di provvedere a una regolare e costante idratazione attraverso l’introduzione di almeno 1,5 litri di acqua al giorno.
Per il resto, è bene sapere che il sodio è contenuto in tantissimi alimenti, soprattutto in quelli di origine animale. La fonte di sodio più importante però resta il comune sale da cucina, che scientificamente prende il nome di cloruro di sodio.
Generalmente, insaporire le pietanze con un po’ di sale ogni giorno (5 gr è la quantità giornaliera consigliata dall’OMS) è sufficiente a garantire il fabbisogno quotidiano di questo minerale. È importante però non eccedere con le quantità poiché troppo sale fa male, in quanto rischia di apportare troppo sodio all’organismo.
In alternativa al sale, altri cibi ricchi di sodio sono la carne, i latticini (soprattutto i formaggi stagionati) e gli insaccati.
Dal momento che tutti i prodotti industriali, confezionati e raffinati sono arricchiti con sale e zuccheri aggiunti, però, è davvero molto semplice superare la dose consigliata di sodio senza rendersene conto. A tal proposito, è opportuno ridurre il consumo di tali alimenti e introdurre più frutta, verdura e cibi freschi nella dieta, che sono naturalmente poveri di sodio e aiutano a controbilanciare eventuali eccessi.
Carenza o eccesso di sodio: quali sono gli effetti?
Nella società moderna, con lo stile di vita e alimentare che la maggior parte della popolazione conduce, i casi di iposodiemia o iponatremia sono veramente rari. La carenza di sodio quindi si registra prevalentemente in coloro che seguono un regime alimentare molto squilibrato o presentano serie disfunzioni a livello renale.
Dal momento che il sodio è responsabile della quantità di liquidi trattenuti all’interno dell’organismo, una carenza di sodio può provocare la riduzione del volume dei fluidi e di conseguenza un abbassamento della pressione.
Tale condizione si manifesta con nausea, vomito, spossatezza, vertigini fino ad arrivare, nei casi più gravi, a spasmi muscolari e alterazioni del sistema nervoso.
Al contrario, un livello di sodio alto nel sangue è una condizione più diffusa, soprattutto se guardiamo ai paesi industrializzati dove le diete sono spesso ricche di grassi, junk food e cibi elaborati.
L’ipersodiemia o ipernatriemia si manifesta con gli stessi sintomi della carenza di sodio, ma produce effetti del tutto differenti. Un eccesso di minerale nell’organismo infatti può condurre a ipertensione arteriosa, favorire l’insorgenza di osteoporosi e generare un accumulo di liquidi nell’organismo, dando vita a edemi e ritenzione idrica.