La sindrome metabolica, nota anche come sindrome da insulino resistenza, non è una patologia specifica ma è una combinazione di diverse condizioni di salute critiche che, insieme, aumentano il rischio di sviluppare patologie come diabete, malattie cardiache e cardiovascolari.
Nello specifico, tale condizione clinica porta ad avere un rischio due volte maggiore di sviluppare malattie cardiache e cinque volte maggiore di sviluppare il diabete.
È caratterizzata da un aumento di peso, dovuto all’adipe accumulato intorno al girovita e da altre situazioni critiche come la glicemia alta e l’ipertensione.
Nel momento in cui si riceve dal medico una diagnosi di sindrome metabolica, bisogna agire senza indugio modificando l’alimentazione, lo stile di vita e seguendo le terapie prescritte.
Una dieta sana, infatti, può aiutare molto nel contrastare gli effetti della sindrome metabolica e nell’alleviare i disturbi, riducendo anche il rischio di sviluppare una condizione di salute più grave.
Sia che si abbia una storia familiare di sindrome metabolica, sia che venga diagnosticata, ecco tutto ciò che è bene sapere per comprendere meglio questa condizione e i passi da compiere per prevenirla o contrastarla.
Cos’è la sindrome metabolica?
Dal momento che non si può identificare come una patologia a sé, in molti hanno difficoltà a comprendere cos’è la sindrome metabolica e come si riconosce.
Per dirla in parole semplici, allora, possiamo affermare che questa è una condizione clinica che caratterizza quei soggetti la cui salute è messa a rischio dalla compresenza di più fattori predisponenti e scatenanti di patologie gravi, come diabete e malattie cardiovascolari (infarto, ictus e tumori).
I criteri proposti per la diagnosi della sindrome metabolica sono diversi.
In italia vi sono i criteri ATP III che prevedono che la diagnosi venga effettuata in presenza di almeno 3 di queste caratteristiche:
circonferenza vita superiore a 102cm per gli uomini, 88cm per le donne (obesità addominale)
valori di trigliceridi > a 150mg/dl
HDL <40mg/dl per gli uomini 50mg/dl per le donne
pressione arteriosa > 130/85
glicemia a digiuno > 100mg/dl
L’international Diabetes Federation (IDF), invece, propone differenti caratterizzazioni per l’obesità addominale in base all’etnia di appartenenza:
Europea, africana, orientale e meridionale con uomini uguale o superiore di 94cm, e donne di 80cm
sub-asiatica, cinese, sud e centro americana con uomini uguale o superiore di 90cm e donne di 80cm
giapponese con uomini uguale o superiore di 90cm e donne di 80cm
L’NHL inglese propone:
ciriconferenza vita superiore a 94cm per gli uomini europei, 90cm per gli asiatici meridionali, 80cm per le donne
alterazione del quadro lipidico
pressione arteriosa > di 140/90mmHg
aumentato rischio di sviluppo di coaguli
presenza o tendenza ad infiammazione tissutale
La sindrome metabolica è inoltre caratterizzata da uno stato di ridotta sensibilità all’insulina , un ormone ipoglicemizzante ed in grado di far si che il glucosio entri nelle cellule per essere utilizzato a scopo energetico.
Ma se le cellule diventano meno sensibili all'insulina, il glucosio farà più fatica a entrare nelle cellule, con conseguenti livelli elevati di di questa molecola nel sangue.
Questa ridotta sensibilità all'insulina porta a un'infiammazione cronica e sistemica e può avere altri effetti critici sul corpo, tra cui danni ai vasi sanguigni e aumento di peso. Poi l'aumento di peso, in particolare l'eccessivo aumento di grasso viscerale, peggiora ulteriormente l'infiammazione.
In definitiva, la sindrome metabolica è associata a un'ampia gamma di malattie, tra cui:
ipertensione arteriosa;
malattie cardiache;
malattie del fegato grasso;
calcoli biliari;
sindrome dell'ovaio policistico;
apnea ostruttiva del sonno;
gotta.
Circa metà della popolazione over 50 soffre di sindrome metabolica, per questo è sempre bene monitorare il proprio stato di salute e, qualora si riceva una diagnosi, attivarsi immediatamente per ricevere la prescrizione del trattamento da seguire.
Il primo step è sicuramente quello di modificare la propria alimentazione e il proprio stile di vita. Se si soffre di sindrome metabolica, la dieta può essere infatti un prezioso alleato.
Sindrome metabolica e dieta
Per prevenire o contrastare la sindrome metabolica, l’azione più importante è ridurre il peso corporeo.
Diminuire il proprio peso anche solo del 5 o 7% può infatti ridurre di oltre la metà il rischio di sviluppare il diabete.
Questo obiettivo si può ottenere agendo su due fronti, quello dell’esercizio fisico, preferibilmente combinando attività cardio e allenamento di forza muscolare per bruciare calorie e stimolare il metabolismo, e quello dell’alimentazione.
Una dieta sana può contrastare la sindrome metabolica, aiutando ad evitare i picchi di zucchero nel sangue, ad abbassare la pressione sanguigna e a perdere peso, tutti fattori che possono aiutare a prevenire o annullare la sindrome metabolica.
Per prevenire e contrastare la sindrome metabolica, la dieta non si discosta molto dalle raccomandazioni generiche per una sana e corretta alimentazione e dovrà quindi essere varia e bilanciata comprendendo frutta e verdura in abbondanza, cereali integrali ricchi di fibre, una quantità moderata di grassi insaturi e fonti proteiche magre, come pesce, pollo, uova e fagioli.
Un occhio particolare andrà all’introito calorico, che dovrà essere sotto la soglia di mantenimento, al carico glicemico dei singoli pasti, utilizzando sia carboidrati a basso indice glicemico di per sè, sia combinando, nelle giuste quantità, ad essi proteine, grassi e fibre, in modo da permettere un rilascio graduale di glucosio nel flusso ematico, all'apporto di sodio (per via del controllo della pressione arteriosa) e all'assunzione di grassi animali e vegetali che rispecchino un corretto profilo lipidico.
Una dieta contro la sindrome metabolica prevede anche di limitare alcuni alimenti (non eliminare, in quanto, in piccolissime quantità, se in un contesto calorico adeguato, possono essere saltuariamente consumati), come ad esempio:
bevande e snack zuccherati;
grassi saturi , come quelli contenuti in salsicce, pancetta, frattaglie e insaccati;
fritture;
burro e margarina;
formaggi