Come hanno fatto i nostri antenati a sopravvivere in epoche in cui non era possibile condire e trasformare gli alimenti reperiti in natura? Semplicemente si nutrivano di materie prime in purezza, ovvero quelle immediatamente disponibili reperite dalla terra, dagli alberi, dalla pesca e dalla caccia.
Questo è il principio che sta alla base della dieta Paleo, un regime alimentare “primitivo” che paradossalmente sta spopolando nel nostro secolo, in netta contrapposizione alle innovazioni in campo alimentare di cui disponiamo oggi e che in passato non erano neppure immaginabili.
Alla base sembra esserci la volontà di riappropriarsi delle proprie origini e delle condizioni di salute di cui godevano i nostri antenati.
In realtà, però, si tratta dell’ennesima dieta iperproteica estremista finalizzata al dimagrimento ma spacciata per una pratica in grado di “purificare l’organismo” da tutto ciò che deriva dalla trasformazione delle materie prime ed evitare l’insorgenza delle più comuni malattie del nostro secolo, attribuite al consumo di alimenti moderni.
I cibi concessi in questo regime alimentare, infatti, sono pochi e perlopiù di origine animale, a discapito di cereali, legumi, latte e altri prodotti che consumiamo quotidianamente. La Paleo dieta, infatti, non prevede il consumo di alimenti processati come snack e merendine, ma neanche di pasta e pane che sono ottenuti dalla lavorazione dei cereali.
Eppure, se facessimo un salto indietro fino al paleolitico, scopriremmo che l’alimentazione del tempo aveva poco a che vedere con quella professata da questa dieta. I nostri antenati, infatti, si nutrivano prevalentemente di frutta, radici e bacche e, dal momento che non esisteva ancora l’attività di allevamento e bisognava procacciarsi il cibo cacciando, la carne rappresentava appena il 30% dell’alimentazione.
Perché allora questo regime alimentare iperproteico sta avendo oggi tutto questo successo? È realmente in grado di produrre benefici oppure è pericolosa? Scopriamo allora tutto quello che c’è da sapere sulla paleo dieta e qual è il parere della comunità scientifica al riguardo.
Dieta Paleo: cos’è e come funziona
Secondo il fisiologo statunitense Loren Cordain e gli studiosi che contribuirono alla diffusione dei principi della dieta paleo, la causa principale del progressivo aumento di malattie cardiovascolari, neurodegenerative, cancro e diabete è da ricercare nell’alimentazione moderna dei paesi industrializzati, ricca di carboidrati, grassi e cibi processati (soprattutto se si guarda allo standard americano).
Secondo questi studiosi, infatti, sembra che il microbiota intestinale abbia avuto difficoltà ad adattarsi al consumo di certi alimenti che nel paleolitico non esistevano e che, da quando sono stati introdotti nell’alimentazione, hanno dato origine a numerosi disturbi. È il caso di cereali, latticini e zuccheri raffinati.
L’idea alla base della dieta paleo, quindi, è quella di offrire all’organismo gli stessi alimenti che consumavano i nostri antenati, che a quanto pare non soffrivano delle più comuni patologie. Insieme agli alimenti, inoltre, la paleodieta invita ad adottare anche alcuni comportamenti che esulano dalla “modernità”, come la pratica di pesare i cibi e trasformarli.
Le porzioni dei pasti, quindi, sono libere e slegate dal concetto di apporto calorico. Si mangia a sazietà prediligendo gli alimenti qualitativamente migliori.
Alimenti concessi e quelli vietati
In questo senso, la carne e il pesce non devono provenire dagli allevamenti intensivi ma da quelli all’aria aperta (pescati in mare per il pesce). Questi costituiscono la principale (e unica) fonte proteica animale, anche se la versione attuale della dieta prevede anche il consumo limitato di uova (a patto che siano biologiche e provenienti da galline allevate all’aperto), burro e strutto.
Per quanto riguarda invece le proteine vegetali, queste sono garantite dalla frutta secca, dai semi oleosi, dalle bacche e dalle radici.
Banditi invece i legumi, i cereali e tutto ciò che ne deriva come pasta, pane e farine in generale, mentre la quota di carboidrati (estremamente piccola) è garantita da frutta e verdura con preferenza a ciò che può essere consumato crudo.
La versione integralista della dieta, inoltre, non prevede l’utilizzo di alcun tipo di condimento quali spezie e olio (visto che al tempo non esistevano) né dolcificanti come il miele, ma la versione moderna ne consente il consumo in quantità limitate.
Se si volesse seguire questo regime alimentare in ottica purista, allora, l’alimentazione quotidiana si ridurrebbe a una manciata di alimenti che possono essere consumati previa cottura. Dal momento però che questo andamento sarebbe ormai insostenibile nella società attuale, il menù settimanale della dieta paleo include anche il caffè, il cioccolato fondente, il vino rosso e alcuni salumi come la bresaola.
Differenze tra dieta paleo e dieta chetogenica
Benché siano entrambi regimi alimentari a basso contenuto di carboidrati, quindi fortemente squilibrati, la principale differenza tra la dieta paleo e la dieta chetogenica consiste nel fatto che quest’ultima rappresenta una strategia dimagrante a tutti gli effetti, mentre la prima si configura più come uno stile di vita o, se si preferisce, una filosofia.
Come abbiamo avuto modo di vedere, infatti, la Keto punta a condurre l’organismo verso uno stato di chetosi per innescare il dimagrimento, eliminando quasi completamente i carboidrati in favore di un maggiore consumo di grassi come fonte energetica al posto del glucosio.
Nella dieta paleo, invece, la riduzione dei carboidrati rappresenta una conseguenza dell’ideologia che si persegue, ovvero quella di nutrirsi come facevano gli uomini primitivi. Nulla a che vedere, quindi, con la ripartizione controllata dei nutrienti.
Inoltre, un’altra differenza tra i due regimi alimentari, consiste nell’assunzione di ulteriori fonti proteiche diverse da carne e pesce. La dieta chetogenica infatti incoraggia il consumo di latticini e formaggi molto grassi, così come i legumi. Al contrario, nella paleo questi alimenti sono del tutto vietati (con qualche lieve eccezione).
La Dieta Paleo è pericolosa?
Che la dieta paleo sia pericolosa per la salute perché fortemente squilibrata nella ripartizione dei nutrienti è un fatto abbastanza evidente, motivo per cui la comunità scientifica si è sempre pronunciata contraria nei confronti di questo regime alimentare.
Questa però non è l’unica motivazione che fa storcere il naso ai professionisti.
Partendo dal presupposto che non esistono sufficienti dati in supporto della reale dieta dei nostri antenati, un altro limite sta nel fatto che il regime paleo così come lo conosciamo oggi è frutto di modificazioni arbitrarie e interpretazioni prive di fondamento.
Ciò è probabilmente dovuto alla fobia dei carboidrati e dei grassi che si è diffusa nell’ultimo ventennio e che ha spinto sempre più persone a eliminare un’importante fetta di alimenti dalla propria dieta, trasformando questo regime alimentare (idealmente finalizzato al benessere dell’organismo) in un’opzione iperproteica volta al dimagrimento repentino.
La conseguenza più immediata dell’eliminazione di carboidrati, latticini e grassi, infatti, è proprio la perdita di peso. Ma a che prezzo? Diversi studi hanno infatti dimostrato che la completa esclusione dei carboidrati complessi e dei grassi dalla dieta può compromettere seriamente la salute dell’intestino e del cuore.
Senza contare, infine, che nell’epoca in cui viviamo seguire un regime alimentare di questo tipo è possibile solo se si sceglie volontariamente di evitare ogni forma di convivialità, pertanto possiamo concludere che la dieta paleo non è soltanto pericolosa per la salute, ma anche insostenibile.