Di tutti i disturbi che interessano l’apparato digerente, la Sindrome del Colon Irritabile (IBS, Irritable Bowel Syndrome) è una delle patologie tra le più dolorose e complesse da trattare. Pur non trattandosi di un disturbo che può condurre a conseguenze molto gravi (come danni permanenti e tumori), può diventare invalidante al punto da non consentire a chi ne soffre di condurre una vita tranquilla.
La sindrome del colon irritabile, infatti, si manifesta attraverso una serie di sintomi, debilitanti e fastidiosi, che possono impedire il normale svolgimento delle attività quotidiane: crampi, meteorismo, stitichezza alternata a diarrea, dolori addominali e nausea. Tutto ciò, insieme al dolore, conduce a un profondo senso di frustrazione dovuto al fatto che, allo stato attuale, non sono ancora note né le cause né i rimedi definitivi per trattare questa patologia.
Non esiste quindi una vera e propria cura finalizzata alla risoluzione del problema, ma la buona notizia è che comunità scientifica ha individuato delle linee guida da applicare al protocollo dietoterapico per ridurre la sintomatologia e consentire ai pazienti di convivere più o meno serenamente con il disturbo.
Anche in questo caso, quindi, la terapia più efficace è quella alimentare. È stato dimostrato, infatti, che vi sono alcuni cibi che possono acuire l’infiammazione del colon e che, nella maggior parte dei casi, è sufficiente eliminarli dalla dieta (o ridurne il consumo significativamente) per apprezzare immediatamente dei benefici.
Secondo questo principio, vediamo allora cosa può mangiare chi soffre di colon irritabile e i cibi da evitare soprattutto nelle fasi più acute del disturbo.
Colon irritabile: quali sono i cibi da evitare?
Nella maggior parte dei casi, chi soffre di irritazioni gastrointestinali riesce a trovare sollievo eliminando o riducendo il consumo di alcuni cibi che rientrano nelle categorie di alimenti irritanti, fermentanti e ricchi di fibre.
Tra i cibi irritanti da evitare per chi soffre di colon irritabile, quindi, bisogna includere le bevande nervine come tè e caffè, il cioccolato, il pomodoro, le spezie e gli alimenti piccanti. Nella seconda categoria invece rientrano tutti quei cibi ricchi di zuccheri oligosaccaridi, monosaccaridi, disaccaridi e polioli che vengono assorbiti con difficoltà dall’intestino e favoriscono la fermentazione, con il risultato di provocare meteorismo e gonfiore.
Si tratta nello specifico di carboidrati a catena corta che vengono classificati come alimenti Fodmap e per i quali è previsto un protocollo alimentare, la dieta Fodmap appunto, attraverso cui individuare gli alimenti più irritanti per ciascun soggetto patologico.
L’elenco degli alimenti in questione è davvero lungo, in quanto include la maggior parte dei cibi considerati carboidrati semplici, inclusi quelli contenenti fruttosio (quindi diversi tipi di frutta, frutta secca e frutta disidratata), lattosio (latte, formaggi e derivati), galattani (legumi e verdure crucifere come i broccoli) e inulina (contenuta in alcuni cereali e verdure tra cui cipolla e aglio).
Considerato che gli alimenti Fodmap sono parecchi, eliminarli arbitrariamente dalla propria alimentazione può risultare controproducente, pertanto è indispensabile adottare questo regime alimentare terapeutico solo se indicato e seguito da uno specialista della nutrizione (puoi trovarne uno proprio qui so NutriDoc).
In base alla tipologia di sintomi che si presentano di volta in volta, inoltre, è opportuno aumentare o diminuire il consumo di alimenti ricchi di fibre alimentari insolubili. Nello specifico, se il sintomo predominante è la stipsi o stitichezza, consumare più cereali integrali e verdure può favorire la motilità intestinale e normalizzare la condizione. Al contrario, in caso di diarrea, è opportuno evitare o limitare il consumo di questi cibi, favorendo invece quelli considerati più ‘astringenti’.
Infine, bisogna tenere a mente che lo stile di vita rappresenta una componente importante in caso di colon irritabile. Di conseguenza, per tenere a bada tutti i sintomi è necessario evitare gli eccessi alimentari (cibo spazzatura, dolci e alcool soprattutto), abolire i vizi dannosi come quello del fumo e abbandonare la sedentarietà.
Cosa mangiare con la sindrome del colon irritabile
Lo sconforto che genera un disturbo come questo è dato anche dal fatto che basta poco per esasperare la sintomatologia, quindi non è raro che chi ne soffre faccia fatica a comprendere cosa mangiare con il colon irritabile per non rischiare di peggiorare la condizione.
Data la complessità e la multifattorialità della patologia, non è semplice definire un elenco di alimenti consentiti e privi di effetti collaterali in questo senso, poiché tutto dipende dai sintomi che si manifestano e dal grado di irritazione.
In linea generale, però, possiamo affermare che i cereali integrali, la frutta, le verdure cotte e gli alimenti a basso contenuto di grassi sono indicati e consentiti nella maggior parte dei casi. Di conseguenza la dieta contro il colon irritabile idealmente dovrebbe contenere proteine magre, pasta e pane integrali, verdure a foglia verde, frutta meno zuccherina e almeno due litri di acqua al giorno.
A questo bisogna aggiungere alcune indicazioni comportamentali che hanno dimostrato di aiutare significativamente nella riduzione dei sintomi.
In particolare, è opportuno:
evitare di consumare pasti troppo abbondanti o, al contrario, saltare i pasti principali;
mangiare di fretta;
regolarizzare gli orari dei pasti ed evitare di consumare la cena troppo tardi;
evitare il consumo di chewing-gum e bevande gassate che causano gonfiore;
praticare una leggera attività fisica tutti i giorni (camminata);
ridurre le fonti di stress;
accertarsi che non si soffra di intolleranze alimentari.
Come spesso consigliamo, quando si tratta di disturbi di una certa importanza, è sempre meglio essere affiancati da un professionista della nutrizione (biologo nutrizionista, dietologo o dietista) per essere sicuri di seguire un regime alimentare corretto.