I carciofi, gioielli della tavola mediterranea, sono noti non solo per il loro sapore delizioso ma anche per le loro sorprendenti proprietà benefiche. Tuttavia, come per ogni alimento, è importante conoscere anche le possibili controindicazioni.
Vediamo tutto quello che c'è da sapere in questo approfondimento.
Carciofi: proprietà e valori nutrizionali
Il carciofo, scientificamente noto come Cynara scolymus, è un ortaggio appartenente alla vasta famiglia delle Asteraceae.
Le sue origini affondano nelle antiche civiltà, con tracce della sua conoscenza riscontrabili tra Egizi, Greci e Romani. Si ritiene che sia stato portato in Europa dagli Arabi, contribuendo alla diffusione di questa pianta in tutto il mondo mediterraneo.
Oltre al suo fascino storico, il carciofo offre anche un buon profilo nutrizionale.
Una porzione di 100 grammi di carciofi crudi apporta solo 47 calorie, e vanta i seguenti valori nutrizionali:
Acqua: 84,94 g
Proteine: 3,27 g
Carboidrati: 10,51 g
Grassi: 0,15 g di lipidi
Fibre: 5,4 g
Nei carciofi troviamo anche una varietà di vitamine importanti per la salute, tra cui la vitamina C, E, A e K.
Infine, rappresentano anche una fonte significativa di sali minerali come potassio, fosforo, magnesio, calcio, ferro e zinco.
La sua composizione fa sì che, oltre a stimolare la produzione di succhi gastrici facilitando la digestione, questo ortaggio funga anche da disintossicante, aiutando fegato e reni nella rimozione delle tossine. Pertanto, non è vero che i carciofi fanno male al fegato, tutt’altro!
Infatti, il carciofo è noto per la sua azione epatoprotettiva, grazie alla cinarina, ai lattoni sesquiterpenici e alla silimarina, quest’ultimo un potente antiossidante che favorisce la rigenerazione delle cellule del fegato.
Inoltre, la presenza di potassio lo rende un alimento dalle proprietà diuretiche, contribuendo al drenaggio dei liquidi corporei e alla regolazione della pressione arteriosa.
Mentre la presenza di inulina lo rende anche un prebiotico, utile a promuovere la crescita dei batteri benefici nel colon.
Il carciofo stimola anche la produzione della bile e agevola il suo passaggio nell'intestino, dove verrà eliminata con le feci.
Questo permette di contrastare il colesterolo alto. Inoltre, grazie all'alto contenuto di fibre, il carciofo può moderare la risposta insulinemica, aiutando a mantenere stabili i livelli di zucchero nel sangue.
I carciofi sono dei lassativi naturali, pertanto il loro consumo favorisce il transito intestinale e contribuisce a mantenere in equilibrio la flora batterica.
Inoltre, offrono protezione al sistema cardiovascolare grazie alla presenza di vitamina C e antiossidanti.
Il modo ottimale per gustare i carciofi e trarre il massimo beneficio dalle loro proprietà antiossidanti ed epatoprotettive è consumarli crudi.
Le foglie tenere del carciofo possono essere utilizzate per preparare un'insalata gustosa, condita con succo di limone, olio extravergine d'oliva, sale e pepe.
Tuttavia, è importante notare che la fibra presente nei carciofi crudi potrebbe risultare difficile da digerire per le persone che presentano un intestino delicato. Pertanto, per tali soggetti è corretto affermare che i carciofi crudi possono far male, quindi è consigliabile optare per il consumo di questo ortaggio previa cottura.
Controindicazioni
Parlando di controindicazioni dei carciofi, va detto che questi ortaggi possono interferire con l’assunzione dei diuretici. Per tale motivo, se si sta seguendo una terapia di questo tipo, è sempre bene consultare il proprio medico prima di consumarli.
Inoltre, coloro che desiderano sapere quando i carciofi fanno male, è bene che sappiano che in determinate circostanze questo ortaggio andrebbe quasi interamente evitato, in altre, può essere consumato con moderazione.
In particolare, è importante evitare il suo consumo in caso di ipersensibilità accertata verso uno o più dei suoi componenti, così come nei pazienti con ostruzione delle vie biliari e in quelli affetti da colelitiasi.
Inoltre, a causa della sua ricca presenza di inulina, il consumo del carciofo dovrebbe essere evitato in situazioni di fermentazioni intestinali abbondanti.
Anche il consumo di carciofi in allattamento è sconsigliato, poiché un'eccessiva assunzione potrebbe influire negativamente sulla produzione del latte materno e anche modificarne il sapore.
Per le donne in dolce attesa, non solo è bene che procedano a un accurato lavaggio dell’ortaggio, ma è anche importante che si assicurino di consumarlo sempre ben cotto, onde evitare problemi di gonfiore e disturbi intestinali.
Oltre ai casi appena visti, ci sono alcune circostanze che raccomandano un consumo moderato di carciofo. Si tratta, ad esempio, dei casi in cui:
si soffre di calcoli alla colecisti, poiché il carciofo stimola la produzione di bile, il che potrebbe favorire la formazione di calcoli o causare coliche dolorose;
si hanno problemi gastrointestinali preesistenti, come ulcere o gastrite. In questi casi, l'assunzione di carciofo, a causa della cinarina che stimola la produzione di succhi gastrici, potrebbe inizialmente aumentare l'infiammazione;
si soffre di sindrome del colon irritabile o gonfiore addominale. Infatti, l'inulina contenuta nel carciofo potrebbe causare fermentazioni sgradevoli, quindi è consigliabile eliminarlo dalla dieta ed eventualmente reintrodurlo con gradualità e attenzione.
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Fonti:
https://fdc.nal.usda.gov/fdc-app.html#/food-details/169205/nutrients
https://www.faustoaufiero.com/index.php/allattamento